NON PASTORIZZATO
Succo di Miso Novello di Nocciola 200 ml
Vero Miso-Tamari, una rarità.
Tamari o damari in giapponese indica un liquido estratto da qualcosa, un sugo, nel senso del succo che esce da qualcosa. Il nostro “Succo di Miso” si rifà proprio a questa espressione, che oggi viene spesso utilizzata in occidente in modo spregiudicato per indicare vari tipi di salsa di soia. Il nostro Succo di Miso sarebbe, per dirla alla giapponese un Miso-Tamari.
La maturazione del miso porta alla separazione di una piccola parte di liquido che ha un aroma che ricorda molto il miso stesso, ma con una consistenza liquida. Ovviamente la quantità che riusciamo a produrre è estremamente ridotta, ma siamo felici di poter proporre una tale chiccha agli appassionati.
Lo presentiamo in due forme, uno più denso e uno più liquido (detto normale).
NON CUOCERE! I fermenti vivi contenuti nel miso non pastorizzato vengono uccisi dalle temperature molto elevate, per cui va aggiunto, preferibilmente, al termine della cottura o a freddo.
Se ti va, dai un’occhiata alla sezione ricette, curata da Giulia Pieri, per farti ispirare.
Conservare al fresco e in frigorifero dopo l’apertura
Ingredienti: farro, lenticchie nere, sale marino integrale, acqua, spore di Aspergillus oryzae
Dichiarazione nutrizionale per 100 g (in grammi):
val. energetico: 140 kcal; grassi: 1 g; grassi saturi: 0 g; carboidrati: 25 g; zuccheri: 5 g; proteine: 9,6 g; sale: 11,8 g.
Prodotto da
Nesler s.s. agricola
strada Sterpaio snc
Viterbo (VT)
Il miso è un insaporitore di origine asiatica. Nella tradizione orientale si fa con la soia, solitamente abbinata ad un cereale. Può essere maturato per poche settimane o vari anni. È uno dei cibi più ricchi al mondo di “UMAMI”, il cosiddetto quinto gusto (in italiano indicato spesso anche come “sapido”). Gli altri gusti fondamentali sono dolce, salato, amaro e aspro. Oltre a questo, il miso è ricchissimo di microrganismi vivi di tante specie diverse.
Il procedimento di produzione prevede la produzione del koji, un cereale fermentato mediante inoculo con spore di Aspergillus oryzae. Questa prima fermentazione dura circa due giorni e va seguita costantemente mantenendo temperatura controllata e rimescolando e arieggiando periodicamente il cereale. Il koji viene poi mescolato ad un legume (in Asia principalmente soia) cotto, sale e acqua e lasciato fermentare fino al grado di maturazione desiderato.
Per tutti i nostri prodotti:
Utilizziamo esclusivamente materie prime locali, selezionate e controllate. Non facciamo uso di soia, né di prodotti contenenti OGM o prodotti chimici di sintesi. Nelle schede e in etichetta sono indicati tutti gli ingredienti utilizzati, senza esclusioni.
Il nostro modo di intendere il “locale” tiene conto del clima e degli spostamenti reali che facciamo, oltre che di qualche altra considerazione di buon senso.
Se una materia prima è reperibile entro pochi chilometri dall’azienda
con un livello qualitativo che ci soddisfa, preferiamo acquistarla qui.
Cerchiamo inoltre di stringere rapporti di collaborazione con gli agricoltori più coscienziosi della zona. La cosa che preferiamo in assoluto è produrre noi stessi le materie prime.
Ma se troviamo che un agricoltore lavora con un alto livello di rispetto
della Terra e dell’Uomo ed è in grado di produrre alti livelli
qualitativi, ci sentiamo di utilizzare i suoi prodotti, anche se vengono
da regioni più lontane.
Preferiamo la qualità al concetto astratto di “locale”, preferiamo
conoscere i fornitori, preferiamo sforzarci per la qualità, che
accettare passivamente delle etichette. Preferiamo il piccolo al grande
produttore e… siamo realistici. Il compromesso a volte è fare più
strada, piuttosto che abbassare il livello qualitativo. Il nostro
“locale” è un “locale relativo” che ci fa usare sale integrale di
Sicilia, piselli toscani e legumi del Molise, ad esempio, ma anche
verdure nostre, cereali coltivati in Tuscia, nocciole coltivate a pochi
chilometri dalla CibOfficina, cipolle dei nostri vicini, e così via.