NON PASTORIZZATO
Salsa Ariete 200ml scontata 20%
Salsa shoyu di ceci e frumento, maturata almeno un anno.
Salsa Ariete (shoyu di ceci e frumento)
Il prodotto è venduto a prezzo scontato perché presenta leggeri difetti estetici alla confezione (etichetta graffiata, macchiata, tappo rovinato, ecc.) Mantenendo intatto il contenuto.
Le Salse shoyu (shoyu è il termine giapponese per “salsa di soia”) della CibOfficina sono prodotte utilizzando legumi e cereali selezionati, sale marino integrale di Sicilia e acqua. Non utilizziamo più la soia, preferendo legumi più adatti al nostro ambiente (ceci, piselli, lenticchie, fave), che sono maggiormente digeribili per noi e sostenibili per il nostro ambiente. Tutta la lavorazione viene fatta in tini di acciaio speciale con lavorazione artigianale e grande attenzione. Le salse maturano tutte almeno un anno intero o più a seconda del bisogno. La fermentazione delle salse è complessa: anaerobica in profondità e aerobica in superficie. Questo processo dona uno spettro più ampio di sapori, un umami più intenso e aromi che tendono al fruttato.
La Salsa Ariete può essere utilizzata per condire e insaporire sia cibi crudi che cotti. Si può emulsionare con olio e il solo limite è la fantasia!
NON CUOCERE! I fermenti vivi contenuti nella salsa non pastorizzata vengono uccisi dalle temperature molto elevate, per cui va aggiunto, preferibilmente, al termine della cottura o a freddo.
Se ti va, dai un’occhiata alla sezione ricette, curata da Giulia Pieri, per farti ispirare.
Conservare al fresco e in frigorifero dopo l’apertura..
Ingredienti: frumento, ceci, sale marino integrale, acqua, spore di Aspergillus oryzae
Dichiarazione nutrizionale per 100 g (in grammi):
val. energetico: 60 kcal; grassi: 1,6; grassi saturi: 0,1; carboidrati: 11; zuccheri: 3; proteine: 6,5; sale: 12,4.
Prodotto da
Nesler società semplice agricola
strada Sterpaio snc
Viterbo (VT)
Lo shoyu (chiamato anche “salsa di soia”) è un insaporitore di origine asiatica. Nella tradizione orientale si fa più frequentemente con soia e frumento. Tradizionalmente la maturazione naturale durava almeno un anno. Curiosamente il conteggio tradizionale degli anni di invecchiamento delle salse in Giappone e in Cina tiene conto solo della stagione estiva, per cui uno shoyu che matura dalla primavera all’autunno dell’anno successivo viene indicato come “invecchiato 2 anni” anche se ha 14 mesi. Alla CibOfficina conteggiamo gli anni in 12 mesi, ma valutiamo la maturazione dei prodotti in base alla loro naturale evoluzione, senza nasconderci dietro al calendario. La maturazione avviene senza intervenire sulle variazioni stagionali delle temperature, come insegna la tradizione. Lo shoyu è uno dei cibi più ricchi al mondo di “UMAMI”, il cosiddetto quinto gusto (in italiano indicato spesso anche come “sapido”). Gli altri gusti fondamentali sono dolce, salato, amaro e aspro.
Il procedimento di produzione prevede l’inoculo del legume e del cereale con spore di Aspergillus oryzae per la produzione del koji. Questa prima fermentazione dura circa due giorni e va seguita costantemente mantenendo temperatura controllata e rimescolando e arieggiando periodicamente. Il koji viene poi mescolato ad una salamoia forte e lasciato fermentare.
Per tutti i nostri prodotti:
Utilizziamo esclusivamente materie prime locali, selezionate e controllate. Non facciamo uso di soia, né di prodotti contenenti OGM o prodotti chimici di sintesi. Nelle schede e in etichetta sono indicati tutti gli ingredienti utilizzati, senza esclusioni.
Il nostro modo di intendere il “locale” tiene conto del clima e degli spostamenti reali che facciamo, oltre che di qualche altra considerazione di buon senso.
Se una materia prima è reperibile entro pochi chilometri dall’azienda
con un livello qualitativo che ci soddisfa, preferiamo acquistarla qui.
Cerchiamo inoltre di stringere rapporti di collaborazione con gli agricoltori più coscienziosi della zona. La cosa che preferiamo in assoluto è produrre noi stessi le materie prime.
Ma se troviamo che un agricoltore lavora con un alto livello di rispetto
della Terra e dell’Uomo ed è in grado di produrre alti livelli
qualitativi, ci sentiamo di utilizzare i suoi prodotti, anche se vengono
da regioni più lontane.
Preferiamo la qualità al concetto astratto di “locale”, preferiamo
conoscere i fornitori, preferiamo sforzarci per la qualità, che
accettare passivamente delle etichette. Preferiamo il piccolo al grande
produttore e… siamo realistici. Il compromesso a volte è fare più
strada, piuttosto che abbassare il livello qualitativo. Il nostro
“locale” è un “locale relativo” che ci fa usare sale integrale di
Sicilia, piselli toscani e legumi del Molise, ad esempio, ma anche
verdure nostre, cereali coltivati in Tuscia, nocciole coltivate a pochi
chilometri dalla CibOfficina, cipolle dei nostri vicini, e così via.